Primo articolo:
Mumen Z. RizkEmail, Hisham Mohammed, Omar Ismael, David R. Bearn (2017)
Effectiveness of en masse versus two-step retraction: a systematic review and meta-analysis
Progress in Orthodontics 2018 18:41
articolo citato:
Kuroda S, Yamada K, Deguchi T, Kyung HM, Takano-Yamamoto T. Class II malocclusion treated with miniscrew anchorage: comparison with traditional orthodontic mechanics outcomes. Am J Orthod Dentofac Orthop. 2009;135:302–9.
Secondo articolo:
Roshan Noor Mohamed, Sakeenabi Basha, and Yousef Al-Thomali (2018)
Maxillary molar distalization with miniscrew-supported appliances in Class II malocclusion: A systematic review.
The Angle Orthodontist: July 2018, Vol. 88, No. 4, pp. 494-502.
Riassunto della puntata:
Ogni volta che parlo con un collega, la risorsa che scarseggia è il tempo.
Quando chiedo a qualcuno se ha scoperto qualche novità tra la letteratura appena uscita la risposta, troppo spesso, è: “non ho avuto tempo” di guardare, di cercare, di leggere. Però quando mi dicono “aspetta che ti spiego” io non ascolto perché i pazienti che vengono in studio non aspettano mica che gli spieghi il perché tu non hai avuto tempo di aggiornarti.
Se vuoi una conferma basta che tu vada a curiosare tra le domande che mi fanno nei commenti sul mio canale youtube.
Se non possiamo metterci su un gradino più in alto, armarci di letteratura scientifica aggiornata, di punti fermi basati sull’evidenza, se non possiamo proporre anche le ultime tecniche ortodontiche… quei pazienti si rivolgeranno ad altri. Punto.
Una volta era diverso, ma ormai la musica è cambiata e dobbiamo semplicemente rendercene conto.
Primo articolo: “Effectiveness of en masse versus two-step retraction: a systematic review and meta-analysis”
Parliamo sempre di seconde classi estrattive, con un focus sul mantenimento dell’ancoraggio, arretramento del gruppo frontale e tempi di trattamento.
Questo articolo confronta i due metodi principalmente usati, cioè quello in due fasi, che prevede prima la distalizzazione dei canini e poi dei 4 incisivi ed il metodo “in massa”, cioè la distalizzazione dei 6 denti frontali tutti insieme.
La ricerca è una revisione e meta analisi della letteratura, sono partiti da 1293 articoli e ne hanno selezionati 8, estraendo i dati e confrontando 3 sistemi di ancoraggio: convenzionale, extraorale e miniviti. Questo sia con l’arretramento in massa che con l’arretramento in due fasi.
I dati più interessanti che emergono sono 3:
- Il gruppo frontale arretra di più con le miniviti e arretramento in massa rispetto alla trazione extraorale con arretramento in due fasi: 9,3mm contro 6,3mm.
- Nello stesso gruppo di confronto, le miniviti assicurano ancoraggio quasi totale, la mesializzazione dei sesti in media è di 0,7mm, mentre si perdono in media 3mm di ancoraggio con la trazione extraorale. Con l’ancoraggio convenzionale in media si perde meno: 2,5mm e questo risultato devo dire che mi ha stupito perché va contro il pensiero comune che la trazione extra orale sia una garanzia.
- L’arretramento in massa è più veloce dell’arretramento in due fasi.
Per quanto riguarda la minima perdita di ancoraggio con le miniviti, gli autori del primo studio preso in considerazione (trovi il link a fondo pagina) ipotizzano che sia dovuto alla prima fase di allineamento e livellamento, in cui non si applicano ancora le mini viti e i molari sono liberi di mesializzare.
Cosa possiamo concludere?
Che nei casi in cui abbiamo bisogno di ancoraggio massimo il sistema migliore per evitare la mesializzazione dei molari è l’utilizzo di mini viti e di arretramento in massa. L’evidenza scientifica attuale manda definitivamente in pensione l’ancoraggio a trazione extraorale, che sulla carta sembra efficace, ma i numeri ne smentiscono qualsivoglia utilità.
Secondo articolo: “Maxillary molar distalization with miniscrew-supported appliances in class II malocclusion: A systematic review”
E’ una bella revisione sistematica, appena uscita su Angle Orthodontist.
Escludendo arco di Chloen, EQUI-C a trazione extra orale, cosa ci rimane? Distal Jet, Pendulum, le placche di Schwartz con le viti per distalizzare. Però tutti i dispositivi intraorali, qualcuno più qualcuno meno, portano a perdita di ancoraggio nel settore anteriore.
In questa revisione della letteratura rientrano 14 articoli.
La distalizzazione maggiore è stata ottenuta da Kircelli con 6,4mm, che ha utilizzato mini viti palatali associate al pendulum.
La distalizzazione minore è stata di 1,8mm con una minivite inter radicolare.
Tenuto conto che un premolare occupa circa 7 mm in senso mesio distale, poter distalizzare in modo corporeo di 6,4mm permette di risparmiare due premolari, di non estrarli, e quindi di abbassare così tanto il costo biologico da non poter semplicemente ignorare la tecnica.
Dallo studio si evince anche che la sede para mediana palatina sia preferibile al posizionamento inter radicolare e che un sistema a due miniviti abbia maggiori probabilità di successo rispetto ad una sola mini vite.
Il posizionamento delle mini viti (considerazioni personali)
A meno di non dover lavorare in verticalità, lo spazio inter radicolare è forse il più problematico.
A parte il rischio di centrare le radici e danneggiare il parodonto, è più facile perdere la mini vite nello spazio inter radicolare e la percentuale di fallimento è molto alta, se non ricordo male da altri articoli che avevo letto in passato, 1 su 4 si perde.
Quindi è preferibile scegliere una zona senza radici, tra l’altro per distalizzare lo spazio inter radicolare, secondo me, non è la scelta migliore perché la mini vite presto o tardi diventa un ostacolo.
Tra le zone senza radici ci rimangono:
- il tuber, però la gengiva aderente è molto spessa, e a volte ci sono gli ottavi
- la parte bassa dell’arcata zigomatica, con il richio di entrare nel seno mascellare
- il palato.
La porzione anteriore del palato, in posizione para mediana, è forse la scelta migliore. A parte il canale naso palatino, che è semplice da evitare, abbiamo la libertà di scegliere un diametro maggiore, arrivando anche a 2mm.
Clinicamente guardiamo il palato da occlusale, tracciamo una linea ideale che passa distale ai canini, ci allontaniamo di 5-6 mm dalla linea mediana e in quel punto siamo tranquilli.
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Papà di Sergio e Rafael
Esclusivista in Ortodonzia, Podcaster, YouTuber, Blogger.
“La libertà nasce dalla condivisione gratuita della conoscenza”