#31 – Nuovi paradigmi in ortodonzia

L’importanza del fenomeno biologico nel riassorbimento radicolare

Le citochine infiammatorie TNF-α e INF-γ giocano un ruolo importante nel movimento ortodontico, ma ci sono altri mediatori meno conosciuti come la sostanza P, un decapeptide prodotto dai nervi periferici e dalle cellule immunitarie che regola le funzioni delle cellule immunitarie attraverso meccanismi autocrini e paracrini del recettore ad alta affinità neurochina 1.

Del possibile utilizzo della sostanza P come modulatore della risposta infiammatoria in ortodonzia parla questo articolo:

An, Shu et al.
Effect of systemic delivery of Substance P on experimental tooth movement in rats
American Journal of Orthodontics and Dentofacial Orthopedics , Volume 155 , Issue 5 , 642 – 649

Alcuni studi hanno trovato alti livelli di SP nel tessuto parodontale durante il trattamento ortodontico,facendo pensare che SP possa essere associata in qualche modo con il microambiente alterato dello stato infiammatorio e che di conseguenza possa influenzare il movimento dentale.

SP agisce come chemoattivante per monociti e linfociti e può potenziare la proliferazione linfocitaria e la produzione di immunoglobuline.

In uno studio recente è stato dimostrato che SP ha agito come un messaggero sistemico della ferita e che la somministrazione sistemica di SP può mobilitare con successo le cellule staminali mesenchimali nel flusso sanguigno periferico in animali che presentano ferite e in quelli che non le presentano.

Poiché queste cellule presentano capacità pluripotenti per il rimodellamento osseo e la modulazione della risposta immunitaria, questo studio è stato condotto per valutare l’effetto della distribuzione sistemica in ratti sottoposti a movimenti dentali ortodontici.

Lo studio è stato condotto su 48 ratti divisi in 2 gruppi:

  • gruppo SP
  • gruppo controllo

E’ stato posizionato un filo in Ni-Ti tra i primi molari e gli incisivi ed è stata applicata una forza di 40 gr per mesializzare i molari.

Nel gruppo SP hanno fatto 3 iniezioni endovenose rispettivamente a 0, 24 e 48 giorni dalla posa dell’apparecchio.

Risultati

La somministrazione sistemica della sostanza P ha accelerato il movimento dentale ortodontico.

I dati han mostrato come nelle fasi iniziali dell’esperimento non si evincesse una differenza significativa tra i due gruppi, mentre nelle fasi finali le differenze si sono mostrate significative.

Nel 7 e 14 giorno, l’inoculazione di SP ha incrementato il movimento dentale rispettivamente di 1,3 e 1.5 volte rispetto al gruppo controllo.

SP ha stimolato anche il rimodellamento dell’osso alveolare durante il movimento dentale.

Dopo l’applicazione di forze ortodontiche il legamento parodontale del lato della compressione si è compresso mentre nel lato di tensione si è espanso.

Cellule clastiche mononucleate si sono riscontrate nel lato di compressione e queste cellule hanno creato intorno a sé la cune di riassorbimento sulla superficie dell’osso alveolare, nel mentre nuovi depositi ossei e molti osteoblasti cuboidali son stati trovati sulla superficie dell’osso alveolare nel lato di tensione.

Le analisi quantitative hanno rivelato la presenza di più osteoclasti nel tessuto parodontali dei soggetti del gruppo SP nei giorni 7 e 14.

I ricercatori hanno anche voluto valutare i livelli di TNF-α e INF-γ nel sangue periferico e le citochine pro-infiammatorie erano maggiori nei soggetti con SP inoculato.

Discussione

  • I risultati mostrano come SP abbia facilitato il movimento dentale negli stadi finali del trattamento.
  • SP può anche aumentare l’attività degli osteoclasti a livello dell’osso alveolare.
  • anche i livelli di osteocalcina sono maggiori,il che suggerisce che SP potrebbe stimolare la produzione di osteoblasti.
  • Negli stadi iniziali del movimento ortodontico TNF-α e INF-γ innescano il rimodellamento osseo, lo stato infiammatorio può, se perpetrato a lungo, inibire il movimento dentale.

In questo studio hanno dimostrato che l’infiammazione locale può essere controllata con l’iniezione di SP dal 7 al 14 giorno.

Si pensa quindi che SP possa promuovere il movimento dentale tramite la riduzione dello stato infiammatorio nelle fasi finali del trattamento ortodontico.

Il riassorbimento apicale ortodontico

Naphtali Brezniak, Atalia Wasserstein
Root resorption revisited: The paradigm of force effect on root resorption: Is a ‘paradigm shift’ needed in order to learn more about the phenomenon?
The Angle Orthodontist: May 2019, Vol. 89, No. 3, pp. 518-520.

Conosciamo poco il fenomeno del riassorbimento radicolare nella regione apicale, responsabile dell’accorciamento della adice dei denti. Gli AA sottolineano come solo di recente siano stati sollevati dubbi sul rapporto tra gli studi in vivo (a breve termine) ed il trattamento ortodontico più lungo in merito all’accorciamento delle radici.

Già Oppenheim, nel 1942, sull’American Journal of Orthodontics sottolineava la differenza tra il riassorbimento del cemento, che avviene su tutta la superficie radicolare ed il riassorbimento della radice, vero accorciamento, la cui causa è sconosciuta.

Cosa pensiamo riguardo alle cause?

Quando pensiamo alle cause del “riassorbimento radicolare”, le prime cose che vengono in mente riguardano il fenomeno fisico (la forza: intensità, direzione, intermittente/continua) e ad una più vaga “predisposizione genetica”.

In realtà il fenomeno del riassorbimento del cemento sulla superficie radicolare è una normale reazione di difesa dell’organismo. Una componente del meccanismo infiammatorio che riguarda l’osso alveolare ed il cemento della radice del dente. Il cemento che viene perso, tra l’altro, viene rimpiazzato in un secondo momento.

La domanda dimenticata

Gli AA riferiscono di aver analizzato criticamente i principali studi in vivo degli ultimi 50 anni, nessuno dei quali ha dimostrato un reale accorciamento apicale della radice. Non solo, ma non vi è dimostrazione alcuna della relazione tra quantità di cemento superficiale riassorbito e accorciamento radicolare apicale.

Nonostante questo, editori e autori continuano la ricerca nella stessa direzione, ponendo il fenomeno fisico al di sopra del fenomeno biologico.

Quali potrebbero essere le cause del riassorbimento apicale, responsabile del vero accorciamento radicolare?

Gli autori propongono 6 idee/ipotesi, basate sulle caratteristiche anatomo funzionali uniche dell’apice:

  1. Maggiore popolazione cellulare rispetto ad altre zone del cemento
  2. L’apice ingloba l’insieme di vasi e nervi
  3. E’ l’unico punto dove dentina/predentina e cemento/precemento si incontrano e sono esposti all’esterno
  4. L’apice è il punto più distante dal centro di resistenza del dente, e subisce gli spostamenti maggiori
  5. L’anatomia dell’osso intorno alla zona apicale è differente, più rigida rispetto alla zona del colletto, inoltre il fluido crevicolare defluisce con maggiore difficoltà e questo potrebbe generare una pressione maggiore sull’apice.
  6. Sono presenti cellule che, attivate, riassorbono l’apice del dente con un fenomeno simile all’esfoliazione dei decidui a cui non segue un permanente

Il paradigma attuale, che non considera come fisiologico meccanismo di difesa il riassorbimento e l’apposizione di cemento, investe risorse solo nello studio delle forze e del fenomeno fisico. Questo paradigma deriva da studi a breve termine (1 mese), in nessuno dei quali è stato dimostrato un accorciamento apicale della radice.

In realtà nessuno può realmente misurare le forze applicare in tutte le direzioni sui denti.